
La fintech greca Viva Wallet, conosciuta per la sua piattaforma di pagamento e servizi bancari, è al centro di una controversia legale con il gigante finanziario statunitense Jp Morgan. Secondo quanto riportato da Reuters il 2 gennaio 2025, la banca americana ha avviato due azioni legali nei confronti della società ellenica, per un ammontare complessivo di 916 milioni di euro. La disputa si concentra su questioni relative alla valutazione di Viva Wallet. Jp Morgan accusa il CEO della fintech, Haris Karonis, insieme ad altri tre dirigenti, di aver ridotto il valore dell’investimento della banca avvenuto nel 2022 attraverso azioni illegali avviate a partire da marzo 2022.
Le dichiarazioni di Karonis
Nella sua comunicazione, Karonis ha confermato l’esistenza delle cause legali, definendole come un’azione intimidatoria. Ha dichiarato che tali iniziative rappresentano l’ultimo atto di una strategia mirata a svalutare la compagnia e a ostacolare la sua espansione, specialmente negli Stati Uniti, minacciando i dirigenti di Viva Wallet.
Origini della controversia
La controversia ha origini nel 2022, quando Jp Morgan ha acquisito il 48,5% di Viva Wallet per circa 800 milioni di dollari. Il restante 51,49% della società è detenuto da Werealize (Wrl). L’accordo stipulato in quel momento impone limitazioni alla Wrl, impedendole di ostacolare Jp Morgan nel prendere il controllo totale di Viva Wallet, qualora il valore della compagnia scendesse sotto i 5 miliardi di dollari entro il 30 giugno 2025.
Il momento cruciale della disputa
Un momento cruciale nella disputa si è verificato lo scorso giugno, quando un giudice londinese ha emesso una sentenza riguardante le modalità di valutazione di Viva Wallet, dopo che entrambe le parti si erano già denunciate reciprocamente. Jp Morgan ha anche intentato una causa contro Werealize, accusandola di aver violato l’accordo tra azionisti intraprendendo azioni significative senza consultare la banca, come previsto dall’intesa iniziale. Al momento, Werealize non ha rilasciato commenti in merito alle accuse.