L’FCC avvia indagini su Huawei, ZTE e altre società cinesi nel 2025

La Federal Communications Commission (FCC), l’agenzia governativa statunitense responsabile della regolamentazione delle telecomunicazioni, ha annunciato l’avvio di un’indagine approfondita su diverse aziende tecnologiche cinesi. Questa iniziativa si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione per la sicurezza nazionale, con l’obiettivo di esaminare le operazioni di compagnie già incluse nella sua “Covered List”, dove figurano nomi noti come Huawei e ZTE.

Indagine su Huawei e Zte

Il principale timore espresso dalla FCC è che queste aziende possano essere collegate al Partito Comunista Cinese, rappresentando così un potenziale rischio per la sicurezza degli Stati Uniti. Nel 2022, l’Amministrazione Biden aveva già preso provvedimenti significativi, vietando la vendita di apparecchiature di comunicazione e servizi da parte di queste aziende, per proteggere il Paese da strumenti ritenuti “inaffidabili”.

Brendan Carr, il nuovo Presidente dell’FCC, ha rivelato che alcune delle aziende incluse nella “Covered List” potrebbero continuare a operare negli Stati Uniti, riuscendo ad aggirare i divieti stabiliti. Questa situazione ha spinto l’ente a intensificare le sue indagini, con l’intento di valutare la portata delle attività di queste aziende e di impedire ulteriormente la violazione delle normative imposte.

Questa indagine rappresenta una delle prime azioni significative del Council for National Security, un nuovo organismo creato da Carr per affrontare la crescente vulnerabilità degli Stati Uniti agli attacchi informatici e allo spionaggio. L’obiettivo è ridurre la dipendenza del settore tecnologico e delle telecomunicazioni statunitensi dalle potenze straniere, in particolare dalla Cina, nel campo delle tecnologie critiche.

Con queste nuove indagini, la FCC si propone di identificare le operazioni delle aziende cinesi e di garantire che non possano più eludere le restrizioni imposte dalle autorità statunitensi, contribuendo così a una maggiore sicurezza nazionale.

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Andrea Di Carlo