
Le regole per il calcolo della Naspi sono semplici - magazzinigenerali.it
Come sapere quanto andremo a percepire di Naspi? Il sistema per calcolare l’indennità di disoccupazione è molto semplice.
Chi ha perso involontariamente il lavoro e ha fatto domanda di disoccupazione non può non essere interessato a sapere quanto prenderà di Naspi per la durata del beneficio. Ricordiamo che la Naspi viene corrisposta per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni. In pratica la Naspi dura al massimo due anni (24 mesi).
Diversamente da altri ammortizzatori sociali, le regola per calcolare la Naspi non sono troppo complicate. Non è insomma un’impresa impossibile fare una stima di quanto si prenderà con l’indennità di disoccupazione. Teniamo conto poi che l’importo è già tassato all’origine (l’INPS trattiene l’Irpef in qualità di sostituito d’imposta) e dunque va considerato alla stregua di un netto.
Va ricordato anche che dal sesto mese in avanti la Naspi si riduce del 3% (dall’ottavo per chi ha fatto domanda a 55 anni compiuti). Ecco allora come capire quanto arriverà di Naspi ogni mese. Il sistema di calcolo come detto non è particolarmente difficile da comprendere.
Naspi, come si calcola quanto spetta di indennità di disoccupazione
Un’avvertenza: le regole per calcolare la Naspi sono sempre le stesse. A cambiare sono le soglie di riferimento, cambiate ogni anno per via della rivalutazione (il meccanismo per adeguare al costo delle vita anche le pensioni oltre agli ammortizzatori sociali e altri aiuti statali per sostenere i redditi). Per calcolare la Naspi il riferimento è la retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali (tredicesime e quattordicesime incluse) degli ultimi quattro anni.

Nel conteggio non vanno però inclusi i periodi che hanno già dato luogo alla Naspi. La retribuzione media mensile è pari alla somma di quanto percepito dal lavoratore disoccupato negli ultimi quattro anni. Questa somma si dovrà poi suddividere per il numero di settimane contributive valide ai fini previdenziali e infine moltiplicare per il coefficiente 4,33.
Il risultato non si dovrà però prendere per intero, ma soltanto per una certa percentuale. Nel 2024 l’INPS ha stabilito che le quote di riferimento sono pari al 75% entro i primi 1.436,61 euro di retribuzione media e del 25% per quanto riguarda la parte residua. Ad ogni modo il tetto massimo della Naspi non può superare i 1.562,82 euro. Facciamo un esempio pratico.
Pensiamo ad esempio al signor X che negli ultimi due anni ha lavorato nell’azienda Y con uno stipendio medio di 1.500 euro lordi mentre prima aveva prestato servizio nell’azienda Z che lo retribuiva con 2.000 euro lordi, senza godere della Naspi per nessuno di questi periodi. La sua retribuzione media giornaliera sarà pari a 1.748,65 euro, cifra ottenuta moltiplicando il coefficiente 4,33 per il rapporto tra la somma percepita (84.000 euro) e il numero di settimane contributive (208).
Il lavoratore in questione prenderà dunque il 75% per il reddito fino a 1.436,61 euro ovvero 1.077,45 euro. Sui restanti 312,04 euro percepirà invece il 25%, pari a 78,01 euro. In totale il lavoratore disoccupato andrà a prendere ogni mese 1.155,46 euro di Naspi.